Nelle sale e nei social ha fatto la sua comparsa l'ennesimo film sui super eroi con cui la DC vuole, forse, rispondere al successo della Marvel. Probabilmente per restare a passo coi tempi, si presenta un futuro anche per la Justice League.
Ma ne siamo sicuri? Ormai anche i meno esperti ne sanno fin troppo sul mondo nerd a fumetti, diciamo che il cinecomic è in balia del marketing, tra gadget, film e fumetti i fan non sono più gli sfigati di un tempo ma l'orizzonte della nuova moda. Per i veri amanti delle graphic novel direi che questo è stato un flop.
Da Batman v Superman diretto da Zack Snyder ci si aspettava di più, non tanto per la regia che si presenta fluida e spettacolare, quanto per la sceneggiatura che prende ad esempio l'idea di Miller modificandola in maniera sicuramente originale ma poco chiara e non gradita ai fan. Il cast presenta nomi noti come Ben Affleck nei panni di Batman che, tutto sommato, ci regala una tipologia inedita di questo super eroe anche se ci vorrà maggior impegno per superare l'interpretazione di Christian Bale, e altri più vicini al loro esordio come Henry Cavill nei panni di Superman che purtroppo fatica a caratterizzare il proprio personaggio.
Ci troviamo difronte a uno scontro tra titani, da una parte l'umano Batman e dall'altra il deificato Superman che viene appunto rappresentato ogni qualvolta come un messia sceso dal cielo circondato da fiotti di luce, mentre l'oscuro pipistrello è aiutato dai suoi gadget tecnologici, come di consueto, ma presenta questa nuova personalità tormentata da sogni mistici e incline ad una violenza più cruda. La pellicola è piena d'azione, ma molto confusa; i punti salienti che riguardano la storia in sè, il movente del conflitto vengono tralasciati quasi a voler dire "si ok abbiamo litigato ma ora è tempo di battersi". Infatti ciò che fa questo lungometraggio è andar veloce per saltare le tappe, come se ci fosse una gara contro la Marvel, per arrivare subito alla conclusione che sì, ci sarà una Justice League.
Tra le migliori interpretazioni ci sono sicuramente quelle di Jesse Eisemberg (Lex Luthor) e Gal Gadot (Wonder Woman) a cui non è stato lasciato lo spazio che si meritavano. Il Lex giovane, ricco e un po' balbettante è azzeccato come a voler far capire che è ancora un po' immaturo ed avventato, ma che ha un futuro da grande villain davanti a sè ricordando un pò anche l'amato Joker.
La Wonder Woman un po' Catwoman fa la sua parte, forte e bella riesce a ritagliarsi un suo momento di applausi.
Per la povera Lois non c'è molto da dire, si mette sempre nei guai anche con le migliori intenzioni e la sua parte da giornalista di guerra e brava reporter viene solamente accennata, ma il tempo concessole era quello che era.
In conclusione possiamo dire che se il film cercava una dose di cazzotti e muscoli ci è riuscito pienamente, ma se l'intento era riflettere sulla questione etica del potere, che ogni azione ha una sua conseguenza indipendentemente dalla bontà di essa, che un dio se veramente onnipotente non può essere solo buono e insomma affrontare il dilemma esistenziale di bene vs male, beh non ci siamo proprio. Anche la suspance e il pathos non hanno avuto sfogo restando un film piatto su questo punto di vista, quelli che così chiamiamo colpi di scena si intuiscono grazie alla colonna sonora che all'accaduto vero e proprio.
- Valheesy -
5 aprile 2016
4 marzo 2016
Milk - Recensione
Nel nostro Paese si parla molto di Unioni Civili e diritti per le coppie omosessuali; questo è stato un buono spunto per pensare ad un ottimo film da consigliarvi su cui poter riflettere. La scelta è ricaduta su un vincitore di due premi Oscar nel 2009 (Miglior Attore Protagonista e Migliore sceneggiatura Originale): Milk scritto da Dustin Lance Black, diretto da Gus Van Sant e interpretato da Sean Penn.
Si tratta di un biopic del 2008 sulla vita di Harvey Milk, primo gay dichiarato ad essere eletto ad una carica politica negli Stati Uniti. Attivista per i diritti degli omosessuali, fu assassinato nel 1978, assieme al sindaco George Moscone, da Dan White, un ex consigliere omofobo.
Van Sant, prima di presentarci l'ascesa politica, si preoccupa di raccontarci l'Harvey Milk uomo: assicuratore newyorchese quarantenne che, per amore di Scott Smith (James Franco), abbandona tutto per trasferirsi a Castro Street a San Francisco, cuore della comunità gay e punto di riferimento per molti giovani omosessuali attirati dalla ventata di libertà che il movimento hippie ha portato nella città californiana. Da qui qui parte la seconda parte del film, molto più veloce e scorrevole, dove il cineasta statunitense racconta la scalata politica di Milk. Sceso in campo, dopo essere rimasto colpito dai soprusi perpetrati nei confronti della comunità, viene finalmente eletto consigliere nel 1977.
Il film è sorretto da un cast in stato di grazia, partendo da Sean Penn fino ad un irriconoscibile Emile Hirsch (Cleve Jones) passando da James Franco e Josh Brolin (Dan White); il personaggio di quest'ultimo resta sì ben caratterizzato come gli altri all'interno della pellicola, ma purtroppo non gode di molto spazio tanto che il suo drammatico atto finale resta quasi incomprensibile se non riconducibile al solo allontanamento dalla sua carica politica.
La narrazione, benché lineare, risente un po' troppo dell'effetto biografia, cioè manca quel pizzico di emotività in più oltre al semplice scorrere dei fatti. Non che sia del tutto assente, basti ricordare la scena della fiaccolata spontanea nata in memoria di Milk e del sindaco Moscone, o il classico finale strappalacrime con la postille sui personaggi.
Egregia e degna di nota è anche la fotografia di Harris Savides, nonché qualche tocco d'artista del regista come l'inserimento di spezzoni in Super 8, come ad immergere lo spettatore nell'atmosfera di quegli anni, e una scena vista nel riflesso di un fischietto.
Milk è quindi un ottimo film, non certamente perfetto, su cui tornare per fare un a breve riflessione su temi scottanti oggi come allora, giusto per provare a non disattendere ancora una volta le speranze di un uomo che si è battuto e sacrificato per le minoranze.
-D.R.Cobb-
Si tratta di un biopic del 2008 sulla vita di Harvey Milk, primo gay dichiarato ad essere eletto ad una carica politica negli Stati Uniti. Attivista per i diritti degli omosessuali, fu assassinato nel 1978, assieme al sindaco George Moscone, da Dan White, un ex consigliere omofobo.
Van Sant, prima di presentarci l'ascesa politica, si preoccupa di raccontarci l'Harvey Milk uomo: assicuratore newyorchese quarantenne che, per amore di Scott Smith (James Franco), abbandona tutto per trasferirsi a Castro Street a San Francisco, cuore della comunità gay e punto di riferimento per molti giovani omosessuali attirati dalla ventata di libertà che il movimento hippie ha portato nella città californiana. Da qui qui parte la seconda parte del film, molto più veloce e scorrevole, dove il cineasta statunitense racconta la scalata politica di Milk. Sceso in campo, dopo essere rimasto colpito dai soprusi perpetrati nei confronti della comunità, viene finalmente eletto consigliere nel 1977.
Il film è sorretto da un cast in stato di grazia, partendo da Sean Penn fino ad un irriconoscibile Emile Hirsch (Cleve Jones) passando da James Franco e Josh Brolin (Dan White); il personaggio di quest'ultimo resta sì ben caratterizzato come gli altri all'interno della pellicola, ma purtroppo non gode di molto spazio tanto che il suo drammatico atto finale resta quasi incomprensibile se non riconducibile al solo allontanamento dalla sua carica politica.
La narrazione, benché lineare, risente un po' troppo dell'effetto biografia, cioè manca quel pizzico di emotività in più oltre al semplice scorrere dei fatti. Non che sia del tutto assente, basti ricordare la scena della fiaccolata spontanea nata in memoria di Milk e del sindaco Moscone, o il classico finale strappalacrime con la postille sui personaggi.
Egregia e degna di nota è anche la fotografia di Harris Savides, nonché qualche tocco d'artista del regista come l'inserimento di spezzoni in Super 8, come ad immergere lo spettatore nell'atmosfera di quegli anni, e una scena vista nel riflesso di un fischietto.
Milk è quindi un ottimo film, non certamente perfetto, su cui tornare per fare un a breve riflessione su temi scottanti oggi come allora, giusto per provare a non disattendere ancora una volta le speranze di un uomo che si è battuto e sacrificato per le minoranze.
-D.R.Cobb-
29 febbraio 2016
- Oscar 2016 -
Questa notte al Dolby Theatre di Los Angeles si è svolta l'88a edizione della premiazione dell'ambito premio Academy Awards condotta da Chris Rock.
Serata da ricordare anche per il cinema italiano grazie alla statuetta vinta da Ennio Morricone che, ad 87 anni, gli viene riconosciuto il merito per la sua musica, compagna di alcuni dei migliori film della storia. Riesce finalmente a portare a casa l'Oscar anche Lenardo di Caprio, dopo ben 5 nomination, per l'interpretazione in The Revenant, film che si aggiudica il premio anche per la miglior regia. Mattatore della premiazione Mad Max: Fury Road che si accaparra 6 statuette. Per il miglior film si aggiudica il riconoscimento Il Caso Spotlight di Tom McCarthy.
Di seguito tutte le nomination e i vincitori.
Serata da ricordare anche per il cinema italiano grazie alla statuetta vinta da Ennio Morricone che, ad 87 anni, gli viene riconosciuto il merito per la sua musica, compagna di alcuni dei migliori film della storia. Riesce finalmente a portare a casa l'Oscar anche Lenardo di Caprio, dopo ben 5 nomination, per l'interpretazione in The Revenant, film che si aggiudica il premio anche per la miglior regia. Mattatore della premiazione Mad Max: Fury Road che si accaparra 6 statuette. Per il miglior film si aggiudica il riconoscimento Il Caso Spotlight di Tom McCarthy.
Di seguito tutte le nomination e i vincitori.
Miglior Film
- Il caso Spotlight (Spotlight), regia di Tom McCarthy
- La grande scommessa (The Big Short), regia di Adam McKay
- Il ponte delle spie (Bridge of Spies), regia di Steven Spielberg
- Brooklyn, regia di John Crowley
- Mad Max: Fury Road, regia di George Miller
- Sopravvissuto - The Martian (The Martian), regia di Ridley Scott
- Revenant - Redivivo (The Revenant), regia di Alejandro González Iñárritu
- Room, regia di Lenny Abrahamson
Miglior regia
- Alejandro González Iñárritu- Revenant - Redivivo (The Revenant)
- Lenny Abrahamson - Room
- Tom McCarthy - Il caso Spotlight (Spotlight)
- Adam McKay - La grande scommessa (The Big Short)
- George Miller - Mad Max: Fury Road
Miglior attore protagonista
- Leonardo DiCaprio - Revenant - Redivivo (The Revenant)
- Bryan Cranston - L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo (Trumbo)
- Matt Damon - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
- Michael Fassbender - Steve Jobs
- Eddie Redmayne - The Danish Girl
Miglior attrice protagonista
- Brie Larson - Room
- Cate Blanchett - Carol
- Jennifer Lawrence - Joy
- Charlotte Rampling - 45 anni (45 Years)
- Saoirse Ronan - Brooklyn
Miglior attore non protagonista
- Mark Rylance - Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
- Christian Bale - La grande scommessa (The Big Short)
- Tom Hardy - Revenant - Redivivo (The Revenant)
- Mark Ruffalo - Il caso Spotlight (Spotlight)
- Sylvester Stallone - Creed - Nato per combattere (Creed)
Miglior attrice non protagonista
- Alicia Vikander - The Danish Girl
- Jennifer Jason Leigh - The Hateful Eight
- Rooney Mara - Carol
- Rachel McAdams - Il caso Spotlight (Spotlight)
- Kate Winslet - Steve Jobs
Migliore sceneggiatura originale
- Tom McCarthy e Josh Singer - Il caso Spotlight (Spotlight)
- Matt Charman, Joel ed Ethan Coen - Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
- Alex Garland - Ex Machina
- Josh Cooley, Ronnie del Carmen, Pete Docter e Meg LeFauve - Inside Out
- Andrea Berloff, Jonathan Herman, S. Leight Savidge e Alan Wenkus - Straight Outta Compton
Migliore sceneggiatura non originale
- Charles Randolph e Adam McKay - La grande scommessa (The Big Short)
- Nick Hornby - Brooklyn
- Phyllis Nagy - Carol
- Drew Goddard - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
- Emma Donoghue - Room
Miglior film straniero
- Il figlio di Saul (Saul fia), regia di László Nemes (Ungheria)
- El abrazo de la serpiente, regia di Ciro Guerra (Colombia)
- Mustang, regia di Deniz Gamze Ergüven (Francia)
- Theeb, regia di Naji Abu Nowar (Giordania)
- A War (Krigen), regia di Tobias Lindholm (Danimarca)
Miglior film d'animazione
- Inside Out, regia di Pete Docter e Ronnie del Carmen
- Anomalisa, regia di Charlie Kaufman e Duke Johnson
- Il bambino che scoprì il mondo (O Menino e o Mundo), regia di Alê Abreu
- Shaun, vita da pecora - Il film (Shaun the Sheep Movie), regia di Mark Burton e Richard Starzak
- Quando c'era Marnie, regia di Hiromasa Yonebayashi
Miglior fotografia
- Emmanuel Lubezki - Revenant - Redivivo (The Revenant)
- Ed Lachman - Carol
- Robert Richardson - The Hateful Eight
- John Seale - Mad Max: Fury Road
- Roger Deakins - Sicario
Miglior scenografia
- Colin Gibson e Lisa Thompson - Mad Max: Fury Road
- Rena DeAngelo, Bernhard Henrich e Adam Stockhausen - Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
- Michael Standish e Eve Stewart - The Danish Girl
- Celia Bobak e Arthur Max - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
- Jack Fisk e Hamish Purdy - Revenant - Redivivo (The Revenant)
Miglior montaggio
- Margaret Sixel - Mad Max: Fury Road
- Hank Corwin - La grande scommessa (The Big Short)
- Stephen Mirrione - Revenant - Redivivo (The Revenant)
- Tom McArdle - Il caso Spotlight (Spotlight)
- Maryann Brandon e Mary Jo Markey - Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)
Miglior colonna sonora
- Ennio Morricone - The Hateful Eight
- Thomas Newman - Il ponte delle spie (Bridge Of Spies)
- Carter Burwell - Carol
- Jóhann Jóhannsson - Sicario
- John Williams - Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)
Miglior canzone
- Writing's on the Wall (Jimmy Napes e Sam Smith) - Spectre
- Earned It (Abel Tesfaye, Ahmad Balshe, Jason Daheala Quenneville e Stephan Moccio) - Cinquanta sfumature di grigio (Fifty Shades of Grey)
- Manta Ray (J. Ralph e Antony Hegarty) - Racing Extinction
- Simple Song #3 (David Lang) - Youth - La giovinezza (Youth)
- Til It Happens to You (Diane Warren e Lady Gaga) - The Hunting Ground
Migliori effetti speciali
- Mark Williams Ardington, Sara Bennett, Paul Norris e Andrew Whitehurst - Ex Machina
- Andrew Jackson, Dan Oliver, Andy Williams e Tom Wood - Mad Max: Fury Road
- Anders Langlands, Chris Lawrence, Richard Stammers e Steven Warner - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
- Richard McBride, Matt Shumway, Jason Smith e Cameron Waldbauer - Revenant - Redivivo (The Revenant)
- Chris Corbould, Roger Guyett, Paul Kavanagh e Neal Scanlan - Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)
Miglior sonoro
- Chris Jenkins, Gregg Rudloff e Ben Osmo - Mad Max: Fury Road
- Andy Nelson, Gary Rydstrom e Drew Kunin - Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
- Andy Nelson, Christopher Scarabosio e Stuart Wilson - Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)
- Paul Massey, Mark Taylor e Mac Ruth - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
- Jon Taylor, Frank A. Montaño, Randy Thom e Chris Duesterdiek - Revenant - Redivivo (The Revenant)
Miglior montaggio sonoro
- Mark Mangini e David White - Mad Max: Fury Road
- Alan Robert Murray - Sicario
- Matthew Wood e David Acord - Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)
- Oliver Tarney - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
- Martin Hernandez e Lon Bender - Revenant - Redivivo (The Revenant)
Migliori costumi
- Jenny Beavan - Mad Max: Fury Road
- Sandy Powell - Carol
- Sandy Powell - Cenerentola (Cinderella)
- Paco Delgado - The Danish Girl
- Jacqueline West - Revenant - Redivivo (The Revenant)
Miglior trucco e acconciatura
- Lesley Vanderwalt, Elka Wardega e Damian Martin - Mad Max: Fury Road
- Love Larson e Eva Von Bahr - Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve (Hundraåringen som klev ut genom fönstret och försvann)
- Sian Grigg, Duncan Jarman e Robert A. Pandini - Revenant - Redivivo (The Revenant)
Miglior documentario
- Amy, regia di Asif Kapadia
- Cartel Land, regia di Matthew Heineman
- The Look of Silence, regia di Joshua Oppenheimer
- What Happened, Miss Simone?, regia di Liz Garbus
- Winter on Fire: Ukraine's Fight for Freedom, regia di Evgeny Afineevsky
Miglior cortometraggio documentario
- A Girl In The River: The Price Of Forgiveness - regia di Sharmeen Obaid-Chinoy
- Body Team 12 - regia di David Darg e Bryn Mooser
- Chau, Beyond The Lines - regia di Courtney Marsh e Jerry France
- Claude Lanzmann: Spectres Of The Shoah - regia di Adam Benzine
- Last Day Of Freedom - regia di Dee Hibert e Jones Nomi Talisman
Miglior cortometraggio
- Stutterer, regia di Benjamin Cleary e Serena Armitage
- Ave Maria, regia di Basil Khalil
- Day one, regia di Henry Huges
- Everything will be ok, regia di Patrick Vollrath
- Shok, regia di Jamie Donoughue
Miglior cortometraggio d'animazione
- Bear Story, regia di Gabriel Osorio Vargas
- Prologue, regia di Richard Williams
- Sanjay's Super Team, regia di Sanjay Patel
- We can't live without cosmos, regia di Konstantin Bronzit
- World of tomorrow, regia di Don Hertzfeldt
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