6 maggio 2014

To Rome With Love - Recensione

A dare giudizi sintetici si sbaglia sempre, è giusto motivare ogni critica, bella o buona che sia, eppure questo film si presta ad una valutazione sommaria: brutto. 
È strano dirlo, visto che si parla di Woody Allen, certamente normale, altrimenti l'assioma "anche i migliori sbagliano" verrebbe clamorosamente smentito. 
Ad ogni modo, dato che ci piace essere esaustivi, passiamo all'analisi dettagliata.
To Rome With Love crea una stupenda cartolina della Città Eterna, grazie alla calda fotografia di Darius Khondji. Purtroppo le note positive si chiudono qua, sempre se non contiamo due o tre battute riuscite di Allen che, in una commedia, risultano poche; indubbiamente più un difetto che un pregio.
Ciò che sorprende di più in questo film, negativamente, è la trama in sé, un intreccio di storie banali e non divertenti, oltre alla scarsa caratterizzazione dei personaggi, cosa nel quale il cineasta statunitense è in realtà maestro. I soggetti risultano ridicoli e stereotipati: abbiamo la classica madre italiana, in stile anni 50, che difende il figlio maschio a spada tratta; una coppia di ingenui sposini provincialotti del tutto anacronistici (per quanto possa essere un omaggio alla nostra commedia anni 60), in aggiunta cornuti e contenti; un accenno di alta borghesia snob accompagnata da studenti intellettualoidi; per concludere, un'accozzaglia di ladruncoli, popolani e immancabili accenti pseudo meridionali.
Anche le musiche non convincono, così come i luoghi, altamente turistici, e il cast che, salvando Benigni e qualche buona interpretazione degli statunitensi, pesca dai Cesaroni così come da fiction e film di scarso valore. 
Per fortuna troviamo anche qualcosa del solito Allen, dalla pioggia che crea intimità alle nevrosi, la scoperta del sesso e i tradimenti; arriva addirittura ad auto citarsi con la malinconia di Melpomene. Il film resta però debole, una rappresentazione, tutta a stelle e strisce, di ciò che è Roma e il nostro Paese con una visione puramente da regista-turista. Certo l'intenzione è abbastanza chiara dato l'avvio del film, "Nel blu dipinto di blu" e il vigile che accoglie lo spettatore e pronto a fargli da guida tra le storie che egli osserva. Debole è anche la giustificazione di Woody Allen secondo cui To Rome With Love doveva essere solo un'opera di puro intrattenimento, senza intenti critici, dove si è fatto trasportare dall'energia dei luoghi. 
Alla fine del film, che arriva come una sorta di liberazione, giunge comunque la speranza che il regista statunitense ci riprovi; un personaggio ci svela che ci sono ancora molte altre storie da raccontare su Roma e che forse, in futuro, lo farà. In tal caso, ci auguriamo che Allen ritrovi la vera ispirazione e rimetta i panni di cineasta di talento, regalandoci così un'opera degna di lui e della nostra Capitale. 

-D.R.Cobb-

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