Una delle opere più significative di Lev Nikolaevic Tolstoj è questo magnifico racconto breve che testimonia la crisi spirituale dell'autore con la quale egli si avvicinerà al cristianesimo.
Il protagonista Ivan Il'ic è un perfetto esempio della classe media: di buona famiglia con un lavoro ben retribuito e rispettabile, padre di due bei figli ben educati e marito di una moglie esemplare. La sua vita procede come deve senza mostrare a occhi indiscreti i piccoli litigi di famiglia che dimostrano la realtà dell'instabile matrimonio. Ivan prosegue la sua carriera arrivando all'apice della sua vita coniugale e lavorativa con un buon reddito, una bellissima casa e una figlia pronta a sposarsi, ma non è questa la felicità. Il protagonista buon padre di famiglia si distaccherà sempre di più dalla sua vita familiare per rifugiarsi nel suo lavoro, finchè una brutta e spiacevole malattia non lo colpirà all'improvviso.
Il vero personaggio principale di questa storia è proprio la morte, l'autore ci dona questo racconto come testimonianza di una riflessione personale su questo delicato e inevitabile tema. Ivan passerà il resto dei suoi giorni a riflettere sulla sua vita che fino a poco tempo prima sembrava giusta e perfetta, vissuta in maniera impeccabile seguendo le regole morali di ogni buon borghese.
"Caio è un uomo, gli uomini sono mortali, Caio è mortale" cosa rende Ivan diverso da Caio? La morte diventa così una conseguenza logica del suo essere umano, il nostro protagonista ogni giorno di più diventa consapevole del suo dolore e della sua fine. Odia tutti: dai dottori ai colleghi alla sua famiglia perchè vede in loro il riflesso della menzogna che è stata la sua vita. I dottori usano le stesse frasi fatte che il suo lavoro di giudice lo obbligava ad usare, la sua famiglia soffre ad ogni suo lamento non per pietà, non per benevolenza ma per l'unico fastidio che un lamento possa dare.
La vita da quando ha inizio ci attrae sempre di più alla morte, come la gravità ci attrae sempre di più al punto più basso, Ivan ha solo pochi ricordi felici e tutti risalgono all'infanzia quando ancora vedeva quel barlume di luce, di vita. Dopo quella luce la vita si tinge di nero, più ci si avvicina al presente e quindi alla morte più quel nero si infittisce finchè non arriva la pace che solo la morte può donare. Così Tolstoj ci illustra il ciclo vitale dell'essere umano, e così il nostro autore ci mostra che solo coloro che vivono la vita hanno il privilegio di morire la propria morte, gli altri, gli Ivan Il'ic devono conquistarselo.
- Valheesy -
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