11 marzo 2014

Nomadi Del Nord - Recensione -

Amante del grande Nord America ancora incontaminato dall'urbanizzazione, James Oliver Curwood segue la linea avventurosa di Jack London, creando uno stile che si avvicina al poetico.
Nomadi del Nord o Nomadi Nel Grande Nord è un libro che racchiude in sè le maggiori scelte narrative dell'autore: tra le parole di questo testo traspira l'amore per il mondo naturale e primitivo, un ambiente che non segue la mano divina del creatore ma che segue solo il suo istinto, l'istinto di madre natura.
Neewa e Miki sono rispettivamente un orso e un cane, protagonisti di una storia delicata che racconta la loro forte amicizia: incontreranno moltissimi ostacoli durante il loro viaggio, ma le loro strade non si divideranno mai completamente grazie alla forte determinazione che li accomuna e che li guiderà durante il cammino della vita.
L'originalità di questo romanzo sta proprio nella scelta dei personaggi, non saranno gli uomini a combattere le piccole battaglie di ogni giorno, ma saranno due animali che difficilmente avrebbero potuto diventare compagni di vita. L'autore riesce perfettamente a mantenere viva la realtà delle vicende, anche se un animale non può parlare e non può capire certi gesti umani, Curwood ci fa entrare nella mente dell'orso e del cane provando a interpretare ciò che loro sentono senza cadere nell'impossibile o nel banale. Oltre a descriverci la bellezza incontaminata del Canada, lo scrittore aggiunge molti vocaboli di una lingua poco conosciuta: quella dei nativi americani, una minoranza etnica distrutta dal potere dei bianchi a cui il nostro autore è rimasto molto legato.
Questa commovente storia a lieto fine è inoltre una metafora legata alla vita: ci ricorda che esistono sentimenti puri di cui, noi esseri umani, dimentichiamo l'esistenza. L'amicizia, l'amore, la felicità e la gioia sono emozioni che diamo per scontate ma ciò non vale per i nostri amici Neewa e Miki.

"... se con la vostra canoa percorrete il fiume Pas, andate dritti a nord e risalite il Rat River o il corso d'acqua del Grassberry, e, scendendo il Reindeer River, costeggiate il lato orientale del lago omonimo, giungerete presto a Cochrane e al Posto di Ritrovo del Lago Bain, che è una delle regioni più belle di tutto il Canada del Nord. Lì, trecento fra Indiani, Meticci e Canadesi andavano a vendere le pellicce. E fra loro non c'era uomo, donna o bambino, che non conoscesse la storia di Neewa, l'orso addomesticato del Lago Bain, il favorito dell'Angelo Bianco, così come tutti chiamavano la moglie del capo del Posto L'orso portava un collare ben lustro e vagabondava a suo agio in compagnia di un gran cane; però, siccome era diventato grosso e grasso, non si allontana mai molto dal Posto. Una legge, rispettata da tutti, imponeva che non si dovesse molestarlo o fargli male e che nessuna trappola per orsi dovesse essere piazzata a meno di cinque miglia dai magazzini della Compagnia. Al sopraggiungere dell'inverno, epoca in cui gli orsi vanno in letargo, Neewa si rintanava in una caverna profonda e tiepida, scavata apposta per lui sotto i magazzini della Compagnia. Ma ogni giorno, al cadere della notte, Miky, il cane suo amico e compagno, scendeva e andava a dormire in sua compagnia."

- Valheesy -



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