Buon primo lavoro per Christopher Nolan.
Presentato al Festival Cinematografico di San Francisco nel 1998, il
film narra la storia di Bill, uno scrittore che, per cercare
l'ispirazione, pedina le persone facendo diventare le loro vite
materiale per i suoi libri. Tutto fila liscio finchè si imbatte in Cobb,
ladro di professione, che gli insegna il mestiere. La trama si complica
quando il protagonita si invaghisce di una delle vittime dei furti e
inizia a frquentarla.
Nolan fa già vedere tutto il suo talento in questa pellicola girata in
un bianco e nero carico d'efetto. ll film presenta già appieno il suo
stile schizzato, ricco di flashback ed improvvisi cambi di prospettiva.
La capacità di rendere un lungometraggio interessante mediante storie intricate,
capovolgimenti di punti di vista e attraenti complessità narrative
sembra già richiamare l'interesse del regista che, pure al
suo esordio, non cerca una trama lineare e diretta, infatti
le scene non sembrano seguire un'ordine cronologico; tutto avviene quasi
senza motivo fino ad arrivare ad un finale che taglia di netto una
storia mistriosa e affascinante.
Come in film successivi, il regista ci mostra un protagonista perdente,
che smarrirà la sua strada nel corso della storia sino a perdere la propria
identità.
Nolan incanta lo spettatore che, inerme, si lascia trascinare nel dedalo
da lui creato per uscirne con un sottile messaggio metaforico che, nel
classico stile del regista, egli lascia alla libera interpretazione.
Due raffinatezze per i fan del cineasta inglese: uno dei personaggi della pellicola è
Cobb, protagnista di un'altro film del regista, Inception. Da notare
come entrambe le figure rappresentino due ladri. Tale richiamo del
personaggo, nella pellicola con DiCaprio, è forse da considerarsi come un omaggio da parte di Nolan a
uno dei suoi primi soggetti. La seconda e ultima squisitezza riguarda
una scena dove si intravede il logo di Batman, tema della trilogia
che il regista britannico girerà anni dopo.
-D.R.Cobb-
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