21 ottobre 2013

Il Profumo - Recensione -


In una Parigi maleodorante del diciottesimo secolo nasce Jean-Baptiste Grenouille, un ragazzo solitario e taciturno che nella sua vita impara a conoscere l'odio e il disprezzo per tutti gli esseri umani. Egli però ha uno strano dono, ha un olfatto particolarmente sviluppato e passerà intere giornate a classificare ogni tipo di odore scoprendo di non averne uno personale. Grenouille così diventerà un freddo assassino in cerca del profumo perfetto creato con le sue stesse vittime.
"Il Profumo" di Patrick Suskind è un libro drammatico che ci affascina fin dalle prime pagine facendoci entrare nella folle mente del protagonista Grenouille. Egli è un uomo semplice a cui manca l'eleganza e la compagnia di un altro essere umano, viene abbandonato da tutti fin dalla sua nascita conoscendo solo l'odio e l'egoismo tipiche di un epoca tanto bella quanto spietata. Lui non parla mai se non per pronunciare semplici nomi di oggetti che distingue grazie all'odore, solo lui riesce a percepire la fragranza del legno, del mare, della terra e di ogni singola persona tranne la sua. Una spiacevole ironia quella del protagonista, colui che è schiavo degli odori non ne possiede uno proprio. Tra i profumi dell'epoca striscia l'ostentata voglia di sopravvivenza di Grenouille che succhia la linfa vitale della sua misera esistenza fino al midollo, inebriandosi tra le particelle odorose che inala a pieni polmoni come se fosse la sua ultima boccata di ossigeno; ed è così che inizia a immaginare la forma del proprietario di quella droga da lui così ambita, ma vuole di più. La sua geniale pazzia prende le redini della carne, l'assassino che è in lui cerca impaziente la fonte della sua estasi per riuscire a intrappolare quel profumo che l'ha fatto innamorare. Un'Amore puro, l'odore di quell'Amore che fa perdere i sensi e che riesce a insinuarsi dentro i nostri pensieri trasformandoci in primitivi comandati solo dagli istinti più primordiali. Grenouille non vuole fama e ricchezza, il suo sogno è creare il Profumo per eccellenza anche se per fare ciò dovrà sacrificare delle vite. Agisce in preda all'istinto senza comprendere il dolore che provoca perchè in lui non c'è sentimento.
Tra le parole del romanzo possiamo cogliere il frutto delle più profonde riflessioni del nostro autore che ci racconta la romantica storia di un'assassino, ci mostra l'importanza del sentimento dell'Amore ma anche della sua semplice caducità. Un'Amore desiderato da chiunque, anche dal più freddo omicida, un'egoismo intrinseco nella nostra natura e la debolezza propria della carne che non può competere con la forza dello spirito di un folle che non si farà mai comandare dal fato ma sarà sempre lui, o meglio l'Amore per se stesso, l'artefice del suo destino.
Un'assassino incapace di amare ma che non può rinunciare a quel sentimento, capiremo perché lui odia, perché uccide e perché vive e attraverso i suoi occhi capiremo perché noi stessi viviamo sopportando tutto l'odio e l'amore del mondo e infine rifletteremo sulla nostra specie limitata , sulla normalità e la monotonia di un esistenza senza senso dove l'unico a trovarlo è proprio il folle, colui che ha il coraggio di ammettere, di porsi domande e di mettere la parola fine quando realmente trova una fine, senza sottomettersi alle irrazionali regole del fato.
Ci troviamo difronte a un romanzo fuori dal comune, lo scrittore infatti ci propone una descrizione olfattiva invece che visiva imparando così a vedere anche con uno dei sensi ai quali, forse, diamo meno importanza. Una lettura consigliata perché veramente ben narrata e perché ci mostra un mondo nuovo che viene spesso sottovalutato: quello degli odori.

- Valheesy -


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